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Il nostro corpo è costituito da più di 250 tendini e le lesioni tendinee rappresentano i più frequenti eventi traumatici associati alle attività sportive. Col passare degli anni la medicina ha fatto progressi incredibili, eppure il trattamento di queste lesioni presenta ancora notevoli difficoltà. In questo articolo tenterò di darvi le principali informazioni riguardo la natura, la prevenzione e la cura fisioterapica di questo tipo di patologia.

Struttura anatomica del tendine

Il tendine è un fascio di tessuto connettivo che unisce il muscolo all’osso. È costituito principalmente da acqua (70% ), collagene (20%), e la restante parte da elastina (2%) e proteoglicani (28%). Sapere la composizione istologica del tendine è importante perché ci aiuta a capire le sue caratteristiche:

  •  la grande quantità di collagene gli conferisce un’ottima resistenza alla rottura, che è più o menopari a quella dell’acciaio inox;
  • la piccola quantità di elastina è la responsabile della sua poca elasticità.

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Lesione tendinea

La lesione tendinea avviene quando il tendine non riesce ad adattarsi o a un carico improvviso o a un sovraccarico continuo. La parte del tendine più soggetta a lesioni è nel punto in cui il tendine si inserisce all’osso, per tale motivo si sente frequentemente parlare di “patologie inserzionali”.

Tempi di recupero in seguito a rottura tendine

I tempi di guarigione dipendono da molti fattori, primo fra tutti la qualità del percorso fisioterapico.La fisioterapia è determinante, può dimezzare i tempi di cura e soprattutto può impedire l’insorgere di recidive come la fibrosi.

Altri fattori che influiscono sul recupero delle lesioni sono rappresentate da:

  • l’entità della lesione, che può essere parziale o totale;
  • la causa della lesione, la quale potrebbe dipendere da due condizioni: una lesione microtraumatica cronica o una lesione macrotraumatica acuta.
  • l’età del paziente, con il passare degli anni i tempi di riparazione cellulare cambiano;
  • la correlazione con altre patologie.

Le diagnosi mediche, quando si tratta di lesioni tendinee parlano di lesione microtraumatica cronicae lesione macrotraumatica acuta, cosa significano e quale è la loro differenza? La lesione microtraumatica cronica è rappresentata da un decorso lento e progressivo. E’ causata daun sovraccarico ripetuto nel tempo che modifica la natura cellulare del tessuto, rendendolo meno elastico e meno resistente.

La lesione macrotraumatica acuta è provocata da un carico improvviso dal quale scaturisce una risposta riparativa costituita da tre step:

  • infiammazione. In questa fase si riscontrano i segni caratteristici di ipervascolarizzazione, tumefazione, calore e dolore. Normalmente ha una durata massima di 5 giorni, nei quali vengono eliminate le cellule danneggiate e vengono attivati i meccanismi riparativi. In questo step sono usati: mezzi fisici come laser e ultrasuoni, che controllano l’infiammazione senza produrre eccessivo calore, e applicazioni di taping neuromuscolare per contribuire al drenaggio dei tessuti.
  • riparazione: in cui inizia a formarsi il tessuto cicatriziale. In questo step introduciamo un trattamento di tecarterapia, e iniziamo a cedere maggiore energia durante le applicazioni di laser ad alta potenza.
  • rimodellamento: è un processo che può durare anche 8 settimane, in cui il tessuto cicatriziale viene rimodellato per essere il più simile possibile al tessuto iniziale. In quest’ultima fase possono essere indicati: l’uso dell’ipertermia e le contrazioni muscolari eccentriche per promuovere un corretto allineamento delle fibre.

Informazioni specifiche sulle lesioni tendinee più frequenti come il tendine del quadricipite, la cuffia dei rotatori, il tendine d’achille, il tendine del capo lungo del bicipite… potete trovarle sempre all’interno del nostro sito!

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Fisioterapista Andrea Pettirossi