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Il crociato posteriore (LCP) è un legamento intrarticolare del ginocchio che dal margine posteriore del condilo laterale del femore si inserisce nella superficie articolare posteriore della tibia. È irrorato dall’arteria mediana del ginocchio e innervato da alcuni rami del nervo tibiale posteriore. Questo legamento fornisce il 95% della stabilità nella traslazione posteriore e contiene i movimenti di flessione-rotazione. È il legamento più forte del ginocchio per questo la sua resistenza alla lesione è circa il doppio rispetto a quella del legamento crociato anteriore. Quando il LCP si rompe è quasi sempre a causa di traumi molto potenti, soprattutto in ambito sportivo (rugby, calcio, arti marziali…). Se la lesione è inferiore di 8 mm si può evitare l’intervento chirurgico.

Trattamento

Vi racconterò il caso di Massimo, un avvocato di 42 anni che ha subito una lesione del legamento crociato posteriore.

Quando Massimo si è recato nel nostro Centro di Fisioterapia a Roma, portava un tutore che stabilizzava il ginocchio, ciò in seguito all’operazione al crociato. Deambulava con le stampelle, e aveva dolore sia quando il ginocchio veniva flesso e sia quando veniva esteso. La sintomatologia algica è stata valutata con la Vas, una scala visuo analogica del dolore. Il punteggio iniziale della Vas era di 8/10 in flessione e di 9/10 in estensione.

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legamento_crociato_ginocchio

Per quanto riguarda l’aspetto cutaneo, le piccole cicatrici dell’operazione si erano rimarginate in modo ottimale, si notava solo una leggera tumefazione in sede subrotulea.

Il percorso terapeutico si può sitetizzare in tre fasi:

Prima fase terapeutica: controllo dell infiammazione, riduzione del dolore e recupero del range articolare

Per raggiungere gli obbiettivi di questa fase sono stati utilizzati i seguenti Mezzi fisici:

  • La Pompa Diamagnetica CTU per drenare il piccolo edema presente;
  • Il laser ad alta potenza “Hilt” per accelerare e favorire il processo di riparazione dei tessuti;
  • Neuromodulatore Interix per diminuire il dolore.

Come di consueto la terapia fisica è stata integrata con la terapia manuale e questo ci ha permesso ancora una volta di ottenere ottimi risultati! Con delle mobilizzazioni passive dell’articolazione femoro-rotulea e dell’articolazione femoro-tibiale in poche sedute abbiamo migliorato il range articolare di 70 gradi. Il dolore era diminuito notevolmente, Massimo infatti ci ha riferito un puteggio Vas di 4/10 in flessione e di 3/10 in estensione.

Seconda fase: togliere il tutore, miglioramento della deambulazione, recupero della massa muscolare e della propriocezione.

In accordo con l’ ortopedico di Massimo, considerato il miglioramento ottenuto, abbiamo potuto consigliare a Massimo di togliere il tutore e di iniziare a deambulare con una sola stampella. Con le mobilizzazioni continuavamo a migliorare la mobilità articolare e con un programma di esercizi isometrici e propriocettivi specifici per il nostro paziente, abbiamo iniziato a recuperare il trofismo articolare e il controllo motorio del ginocchio operato.

Terza fase: deambulazione senza stampelle, miglioramento del trofismo e della funzionalità dell’arto.

In quest’ ultima fase riabilitativa abbiamo fatto un programma di esercizi adatto alla rieducazione del passo, camminare è un’azione importantissima e ci tenevano affinché Massimo la facesse senza alcun tipo di problema.

Per migliorare la funziomalità dell’arto, oltre agli esercizi di potenziamento e allungamento muscolare e agli esercizi propriocettivi, abbiamo inserito nel trattamento la pedana vibrante, altro strumento di notevole efficacia che il Centro di Fisioterapia Medben mette a disposizione dei suoi pazienti.

Ora Massimo sta bene, ha ripreso serenamente il suo lavoro, è tornato a praticare i suoi hobby, la barca a vela e la corsa, e si reca al nostro Centro Fisioterapico per effettuare una seduta mensile di prevenzione che gli consente di evitare recidive e di mantenere un’ottima condizione fisica. Infatti, comme disse il celebre Thomas Alvaro Edison:

Il dottore del futuro non darà medicine, ma motiverà i suoi paziente a prevenire la malattia

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Fisioterapista Andrea Pettirossi