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Tra i casi più interessanti che abbiamo risolto presso il nostro Centro di Fisioterapia a Roma, è stata la riabilitazione della spalla della signora Marica. La paziente, dell’età di 68 anni, si è presentata al nostro studio per un ciclo di Fisioterapia post-opeatoria a seguito di un intervento di protesi della testa dell’omero. Nel percorso riabilitativo a seguito di questo intervento il fisioterapista si avvale della terapia manuale, della terapia fisica, del taping neuromuscolare e di tutti gli altri strumenti a sua disposizione al fine di:

  • ridurre il dolore e l’infiammazione;
  • lavorare i tessuti miofasciali e cicatriziali con massoterapia,tecniche per triggher points e terapia fisica;
  • recupero del range articolare;
  • recupero del tono-trofismo muscolare;
  • recupero funzionale e propriocettivo.

La Terapia Fisioterapica

Dopo aver effettuato le prime sedute ci accorgiamo che la paziente iniziava a dare segni di miglioraremento ma non tanto quanto ci aspettavamo. Il dolore era leggermente diminuito, eppure Marica non riusciva a muovere il braccio come normalmente accade dopo qualche seduta.

Ogni paziente risponde in maniera diversa alle operazioni e di conseguenza anche al trattamento, in più Marica non è giovanissima quindi poteva essere normale che nel suo caso i tempi di guarigione potessero essere più lunghi del solito. Per il bene della paziente, decidiamo comunque di contattare l’ortopedico che l’aveva visitata ed operata per parlargli del caso e ascoltare il suo parere.

L’ ortopedico ci consiglia di concentrarci ad aumentare il tono-trofismo dei muscoli della spalla con esercizi isometrici e con l’applicazione di elettrostimolazioni, forse il motivo della difficoltà di movimento poteva risiedere nel fatto che la spalla non era sostenuta da un’adeguata muscolatura.

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terapia_spalla

Nella seduta successiva, ci accorgiamo che in prossimità del cavo ascellare il tessuto era denso, come se ci fossero delle aderenze sottocutanee, probabilmente c’era qualche altro fattore da analizzare. E in effetti la signora Marica alcuni anni prima aveva subito un intervento di mastectomia a causa di un cancro alla mammella, e l’importante particolare che si è ricordata di dirci era che, oltre alla ghiandola mammaria, aveva subito anche una linfoadenectomia ascellare completa (un’ asportazione dei linfonodi del cavo ascellare che drenano la mammella e l’arto superiore) a seguito della quale, non gli era stata prescritta alcuna seduta di Fisioterapia, infatti dopo quell’intervento non ha mai mosso benissimo la spalla.

Poiché il braccio della signora Marica non era stato vittima di linfedema (un visibile gonfiore al braccio causato da un rallentamento della circolazione linfatica per asportazione dei linfonodi ) non potevamo sapere della linfoadenectomia.

Siamo riusciti a capire che il grande ostacolo al successo terapeutico era dato dalle aderenze formatesi a seguito dell’intervento di lonfoadenectomia che impedivano il corretto scorrimento dei tessuti, andando così a intercedere con la corretta biomeccanica della spalla.

Cosa sono le aderenze?

Le aderenze sono come delle cicatrici interne, sono costituite di tessuto fibroso e si formano a seguito di una lesione accidentale o chirurgica. Vengono trattate con un particolare massaggio in cui si mira a scollare i tessuti che alla palpazione appaiono più densi e spessi. Queste manovre sono fondamentali al fine di limitare ed evitare che si alteri l’anatomia e la funzionalità delle strutture corporee limitrofe.

Introducendo il trattamento delle aderenze siamo riusciti a recuperare una buona funzionalità di tutto l’arto superiore e Marica ha concluso il ciclo Fisioterapico entro i tempi previsti e nelle migliori condizioni!

Concluderei l’articolo con una frase che mi disse Jochen Schomacher, uno dei massimi esponenti della Fisioterapia e della Terapia Manuale, al termine di un suo corso di formazione:

La fisioterapia è come un giallo, bisogna capire chi è il vero responsabile della causa”,

…aveva ragione!

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Fisioterapista Andrea Pettirossi