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Lombargia cos’è e dove colpisce
Un dolore alla parte inferiore della schiena, costante, ripetuto, acuto significa, con molta probabilità, che si tratti di lombalgia. Le cause del classico “dolore alla schiena” possono essere varie e concatenate tra loro: età, predisposizione genetica, postura, trauma, atteggiamento posturale scorretto, vita sedentaria, un movimento brusco sono tutti fattori che concorrono. Abbiamo curato nel nostro centro di Fisioterapia a Roma Stefania, un’impiegata di 45 anni che soffriva di dolore cronico alla schiena.
I fisioterapisti di Medben, prima di iniziare qualsiasi tipo di terapia effettuiamo sempre un attenta valutazione del caso, in questo modo ci assicuriamo che la terapia non presenti rischi per il paziente e abbiamo l’opportunità di pianificare un ciclo riabilitativo di alta qualità adatto ai bisogni della persona.
Stefania ci ha detto di avvertire questi dolori nella parte bassa della schiena (lombalgia) da circa 4 mesi, e attualmente si erano progressivamente acutizzati, tanto da non permetterle di piegarsi per allacciare le scarpe.
Abbiamo potuto constatare che i dolori erano in correlazione con il rachide lombare basso (L5 – S1) poiché era ipomobile (cioè si muoveva meno del normale). Questa limitazione funzionale poteva essere correlata ad una retrazione ccapsulo-legamentosa. Nell’analisi manuale abbiamo avuto modo di constatare anche la presenza di un eccessiva mobilità del tratto lombare alto (L2-L3-L4).
I muscoli paravertebrali e il muscolo ileopsoas erano molto tesi da entrambi i lati.
Progetto terapeutico
Il progetto terapeutico aveva un obbiettivo ben preciso: far raggiungere a Stefania una mobilità fisiologica senza dolori. Per raggiungere questo abbiamo informato la nostra paziente riguardo la natura meccanica della sua condizione e l’importanza della sua partecipazione al trattamento.
Abbiamo utilizzato tecniche manuali, esercizi di autotrattamento e mezzi fisici ad alta tecnologia.
Tramite le tecniche di Terapia Manuale ( tecniche di “scivolamento” e “trazione”) siamo riusciti a migliorare la disfunzione di movimento del rachide basso, e mediante tecniche di massaggio abbiamo lavorato sui tessuti muscolari troppo rigidi analizzati durante la valutazione.
Queste tecniche manuali hanno dato sin da subito ottimi risultati anche perché sono state applicate in sinergia con dei mezzi fisici di ultima generazione come:
- la tecarterapia. Il nome “tecar” è l’acronimo di “Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo”. Questo mezzo fisico sfrutta correnti ad alta frequenza che producono calore. Nel ciclo terapeutico di Stefania, la tecarterapia è stata un ottimo coadiuvante del massaggio;
- il laser Hilt ad alta potenza: un mezzo fisico che mediante l’energia luminosa genera effetti fototermici e fotomeccanici molto importanti nel percorso di cura;
- l’ipertermia: un macchinario che utilizza un campo elettromagnetico per produrre calore, e che è stato utilizzato in combinazione alla tecarterapia;
- l’interix: è l’applicazione mirata della Neurostimolazione Interattiva per curare e risolvere le condizioni dolorse.
- l’idrokinesiterapia: l’utilizzo dell’acqua per la fisioterapia.
Tutti questi, sono ottimi valori aggiunti che il nostro Centro di Fisioterapia a Roma mette a disposizione dei fisioterapisti per la guarigione dei propri pazienti.
Mediante degli esercizi specifici che Stefania ha eseguito anche a casa, siamo riusciti a:
– migliorare la stabilità del rachide tramite il potenziamento dei muscoli “stabilizzatori”;
– allungare i muscoli che risultavano troppo tesi.
Dopo la prima settimana di terapia Stefania ci ha comunicato un ottimo miglioramento dei sintomi che sono scomparsi del tutto qualche settimana dopo.
Abbiamo il piacere di incontrare Stefania una volta al mese presso il nostro Centro di fisioterapia a Roma, e in quello di fisioterapia Roma eur perché anche lei, essendo rimasta soddisfatta del nostro lavoro, ha scelto di iniziare un percorso di fisioterapia preventiva.