Florenzi è stato operato per la seconda volta al legamento crociato anteriore.
Purtroppo il giocatore della A.S. Roma, dopo il primo infortunio in cui ha riportato una rottura del legamento crociato anteriore e di entrambi i menischi (interno ed esterno) ha avuto un nuovo infortunio.
I più maligni hanno subito pensato ad un errore della tecnica chirurgica ma questa è in ipotesi remota in quanto il prof. Mariani è praticamente infallibile nell’esecuzione di questo tipo di intervento.
Altri hanno detto che il problema è stato nei tempi di recupero troppo accelerati.
Come fisioterapisti ci troviamo spesso a rispondere ai nostri pazienti su quelli che sono i tempi di recupero.
Quali sono i parametri fisici e biologici che vanno valutati per determinare la qualità del recupero dopo un intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore come quello di Florenzi?
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Facciamo chiarezza una volta per tutte.
Ecco i 4 parametri che determinano un buon risultato terapeutico
1- Il primo parametro da considerare è che il recupero della totalità del movimento, quello che tecnicamente si chiama Range of Motion (ROM):
Per valutare questo parametro si controllano progressivamente i gradi di flessione ed estensione del ginocchio in relazione alla tempo trascorso dalla data dell’intervento. La valutazione è attiva e passiva e tiene conto anche della fluidità del movimento e del dolore percepito dal paziente.

2- Il recupero della forza muscolare è un parametro importante ma non l’unico che va valutato durante la riabilitazione.
Anche un’ottima performance al famoso test isocinetico, test che valuta la forza muscolare a diverse velocità angolari, non ci consente di dire che giocatore può tornare in campo, in quanto il test consente la sola valutazione a basse velocità di movimento del ginocchio. Durante le fasi di gioco le accelerazioni e decelerazioni che gli sportivi producono sulle loro articolazioni, associate a repentini cambi di direzione che imprimono stress torsionali, possono produrre tensioni sul nuovo legamento arrivando ad una nuova rottura.
3- Anche la componente propriocettiva (il controllo del movimento da parte del sistema nervoso) va finemente rieducata al fine di evitare nuovo infortunio come quello di Florenzi.
Questo tipo di riabilitazione agisce sulla “centralina” del controllo motorio, può essere eseguita con le classiche tavolette di Freeman (tavole che abituano a scompensi controllati della postura) o mediante più moderni sistemi computerizzati che valutano in maniera precisa tutti i parametri relativi al recupero propriocettivo.

4- Il recupero del gesto atletico è fondamentale non solo per ridurre i rischi di recidiva ma per garantire un ritorno all’attività agonistica con un livello di performance pari o addirittura superiore a quelli pre-infortunio.
È così insieme al preparatore atletico il fisioterapista crea una sequenza specifica di esercizi di abilità e destrezza anche con l’utilizzo del pallone che gradualmente aumentano di intensità e forza.
Ovviamente tutto questo sarà stato fatto dal team fisioterapico della squadra Capitolina quindi cos’altro può essere andato storto?
Forse bisognava aspettare di più per avere una migliore legamentizzazione. Cosa vuol dire questa parola?
Per rispondere a questa domanda è necessario spiegare che l’intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore avviene generalmente tramite l’utilizzo del tendine rotuleo o dei tendini semimenbranoso e gracile.
Quindi si sostituisce il legamento rotto con dei tendini che ovviamente non hanno le stesse caratteristiche del legamento stesso. Inoltre questo neo legamento dovrà far crescere le sue “radici” all’interno dell’osso per ricevere il nutrimento necessario. Tutto questo processo si chiama appunto legamentizzazione e può richiedere fino ad in anno. Del resto la natura ha i suoi tempi, un bimbo nasce con 9 mesi e forzare la mano per farlo nascere prima non è sicuramente una buona idea. Allo stesso modo, quando è possibile, sarebbe opportuno dare dei tempi umani ai processi riabilitativi e se tutto questo non basta a placare la sfortuna un bell’amuleto contro il malocchio può essere sicuramente d’aiuto. Comunque a questo punto è inutile recriminare e la cosa migliore è guardare avanti e augurare al giocatore giallorosso un recupero che gli consente di tornare in campo più forte di prima.
[crp]
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