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Un po’di anatomia: cosa si intende per ernia cervicale

Per spiegarti bene a cosa si faccia riferimento con il termine “ernia cervicale” occorre avere una piccola panoramica riguardante la colonna. Come saprai le vertebre sono i segmenti ossei che costituiscono la colonna spinale. All’interno del complesso vertebrale, nel “canale spinale”, passa il midollo spinale, una struttura che appartiene al sistema nervoso centrale e che mette in comunicazione il cervello con il resto del corpo attraverso i nervi spinali.

Una vertebra è separata dall’altra tramite il disco intervertebrale, una specie di cuscinetto costituito da una parte centrale semiliquida (detta nucleo polposo) e un’altra esterna più rigida (chiamata anello fibroso).

Quando l’anello fibroso protrude verso l’esterno, oltre il limite osseo della vertebra, si parla di protrusione discale, mentre se fuoriesce il nucleo polposo si tratta di ernia discale.

Come sono classificate le ernie

La classificazione delle ernie avviene in base ad alcuni criteri:

  • In base alla posizione in cui fuoriesce il nucleo polposo del disco: mediana, paramediana, laterale, intraforaminale, extraforaminale;
  • In rapporto alla quantità di nucleo polposo che è uscito dal disco, che determina la grandezza dell’ernia: protrusa e espulsa. Quest’ultimo termine viene utilizzato quando il nucleo del disco è completamente fuori dalla sua sede anatomica, e in molti casi può essere un indice che può portare all’operazione chirurgica;
  • In funzione del tempo di insorgenza dell’ernia: ernia matura (ha un colore opaco a causa della ridotta quantità di liquidi), ernia immatura.

Le cause e la diagnosi delle ernie cervicali

Le cause che producono le ernie discali sono principalmente:

  • Traumatiche: a causa di un forte impatto, come un colpo di frusta in un incidente stradale;
  • Instabilità: è una condizione che si verifica quando i muscoli che tengono stabili le vertebre sono troppo deboli. L’eccessivo movimento intervertebrale può causare la degenerazione e la fuoriuscita del disco intervertebrale, e degli slittamenti patologici tra una vertebra e l’altra noti con il nome di “spondilolistesi”.

In una prima visita il medico effettua dei test clinici e raccoglie i dati dell’anamnesi. Solitamente la presenza di formicolio, di parestesie delle dita della mano e di forti dolori fanno pensare ad una sofferenza nervosa che potrebbe essere causata dalla compressione dell’ernia sulla radice del nervo. Sulla base di questi dati, il medico (che solitamente è un neurologo o un ortopedico) prescrive degli esami radiologici come:

  • RX: in cui si visiona il tessuto osseo;
  • Risonanza Magnetica: in cui è possibile vedere tutti i tessuti, comprese le ernie!
  • Elettromiografia: in cui si valuta la funzionalità del nervo.

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Quali sono i sintomi neurologici e perché le vertigini

Le vertigini sono una distorsione dei sensi che crea un’alterazione della percezione del movimento del nostro corpo rispetto all’ambiente che ci circonda.

Nelle vertigini compaiono due tipi di condizioni:

  1. Vertigine soggettiva: Il soggetto si sente girare nell’ambiente esterno.
  2. Vertigine Oggettiva: Il soggetto sente l’ambiente esterno girare attorno a lui.

La prima condizione è causata da problemi del sistema nervoso centrale, mentre la seconda riguarda problemi infiammatori, meccanici e patologici del sistema vestibolare (che è deputato all’equilibrio).

Nel tratto cervicale alto (dalla prima alla terza vertebra cervicale) passano numerose “afferenze”, ossia delle vie nervose che portano informazioni al cervello. Gli stessi muscoli che controllano il movimento in questo tratto della colonna forniscono informazioni per il controllo motorio e della posizione del nostro organismo. Se queste articolazioni hanno delle limitazioni o dei problemi di movimento e se i muscoli che le fanno muovere hanno delle disfunzioni (note come trigger point), le vie nervose di cui ti ho parlato prima potrebbero alterare le informazioni che inviano al sistema nervoso centrale, causando problemi di equilibrio, nausea e vertigini.

Come si possono risolvere le vertigini causate dalla cervicale

La risposta è semplice: recuperando il fisiologico movimento del tratto cervicale! Ovviamente è “semplice” da spiegare, ma un po’ meno da realizzare. Non tutti i fisioterapisti sono specializzati in terapia manuale, non tutti i fisioterapisti hanno le competenze per poter pianificare un training di esercizi specifici e non tutti i terapisti hanno l’occasione di curare molte cervicalgie durante l’anno come nel caso dei Fisioterapisti del nostro Centro di Fisioterapia a Roma, per questo il Centro Medben è un punto leader della riabilitazione Capitolina.

Perché la fisioterapia è un’ottima soluzione

Sulla prevenzione dei traumi si può fare ben poco, è ovvio che una buona massa muscolare può limitare i danni, ma se riceviamo un tamponamento mentre siamo fermi allo stop non ci possiamo fare nulla. Cosa ben diversa è avere un tratto cervicale sano e in ottima salute. Due componenti possono produrre delle condizioni di ridotta stabilità del rachide cervicale:

  • una lassità del tessuto connettivo (muscoli e legamenti più elastici del normale);
  • disfunzioni di movimento e atteggiamenti posturali non ergonomici mantenuti nel tempo.

Al giorno d’oggi la seconda causa è comune a moltissime persone, soprattutto a coloro che lavorano davanti al pc. Stare ore e ore con la testa protrusa in avanti mentre guardiamo il monitor, stressa eccessivamente le prime vertebre cervicali, e passare molto tempo con lo sguardo rivolto verso il basso per utilizzare il tablet o lo smartphone sottopone i muscoli del collo ad uno sforzo eccessivo. Questi comportamenti ripetuti quotidianamente per anni rischia di danneggiare la nostra fisiologia, producendo sintomi fastidiosissimi come cefalea, emicrania, vertigini, nausea, formicolii lungo le braccia e dolore.

Con la fisioterapia si recupera la corretta biomeccanica articolare, si eseguono degli esercizi specifici che rinforzano i muscoli stabilizzatori e si imparano delle posture che si possono eseguire a casa e in ufficio per prevenire condizioni spiacevoli.

Quando è necessario l’intervento chirurgico

L’intervento chirurgico si effettua quando l’ernia è completamente espulsa, i sintomi clinici sono molto acuti e rendono difficile la mobilità del collo, e soprattutto quando la compressione dell’ernia rischia di danneggiare il nervo. I primi segnali di interessamento nervoso sono formicolii e parestesie (deficit di sensibilità lungo il tratto innervato dal nervo).

Al giorno d’oggi i casi in cui è necessario l’intervento chirurgico sono una stretta minoranza. Questo perché nel nostro Paese, difficilmente si arriva in condizioni tali da richiedere un’operazione, la fisioterapia infatti cura oltre l’85% dei problemi cervicali.

Anche tu vorresti risolvere il prima possibile i tuoi dolori al collo? Ti aspettiamo al Centro Medben per un incontro gratuito in cui ti mostreremo tutte le soluzioni al tuo problema

 

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