Il dolore pelvico cronico è definito come un dolore persistente, ciclico, percepito nelle strutture correlate al bacino e associato a sintomi delle basse vie urinarie, disfunzioni sessuali, intestinali e ano rettali che dura più di sei mesi.
Affligge dal 2 al 25% della popolazione femminile tra i 18 e i 50 anni e rappresenta la causa del 10-40% di tutte le visite ginecologiche.
Il medico deve escludere alcune patologie prima di fare diagnosi di dolore pelvico cronico come la cistite interstiziale, la nevralgia del pulendo (un nervo della regione pelvica).
L’ecografia della pelvi non mostra nessuna anormalità e spesso si ricorre all’intervento laparoscopico per escludere anche la presenza di endometriosi.
Il dolore pelvico cronico si associa spesso ad altri disturbi funzionali come l’intestino irritabile, sindrome da fatica cronica non specifica e a disturbi psicologici come il disturbo post traumatico da stress (PTSD).
dalla diagnosi alla cura
La diagnosi si basa sulla storia clinica e l’esame fisico e si raggiunge principalmente per esclusione delle altre patologie. Come possiamo capire si tratta di una patologia complessa che arreca moltissimi disturbi. Al fine di migliorare le informazioni che arrivano dalla regione pelvica può essere utile effettuare delle sedute di rieducazione del pavimento pelvico. A differenza del training per l’incontinenza in questo tipo di patologia è utile imparare a rilasciare la muscolatura che spesso è molto contratta.
Inoltre, la fisioterapista specializzata in queste disfunzioni, può agire sulla presenza di eventuali trigger point miofasciali. Questi sono delle particolari aree di contrattura muscolare che producono dolore che si irradia anche nelle zone limitrofe al trigger stesso.
L’approccio farmacologico è estremamente vario e può andare da alcuni farmaci antiepilettici, che hanno la funzione di inibire in parte la conduzione nervosa dolorosa, a ormoni di diverso tipo. La componente psicologica del dolore pelvico cronico è parte integrante del trattamento. Nei casi più gravi, quando l’insorgenza dei sintomi è imputabile all’utero, può essere presa in considerazione la rimozione dell’utero (isterectomia).
Il trattamento quindi deve essere opportunamente integrato tra farmaci, fisioterapia e training di rilassamento. Estremamente importante è il supporto del partner nella gestione della patologia. Può sembrare strano che un dolore e una disabilità così importanti possano essere dati da un problema invisibile quindi la comprensione del tipo di patologia è un percorso che deve essere affrontato in coppia.
Va considerato infine che in questa sindrome in particolare, la gestione del disturbo deve essere centrata sui bisogni del paziente.
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