Ti sembra come di avere delle formiche che ti camminano sulle dita della mano?
Senti uno strano bruciore alle prime tre dita? O forse ciò che ti disturba è come un intorpidimento che interessa pollice, indice e medio?
Forse soffri di sintomi da Tunnel Carpale.
Prima di darti alcuni utili consigli permettimi di spiegarti di cosa si tratta.
Il tunnel carpale

Il Tunnel carpale è una patologia a carico polso.
che colpisce dal 2,7% al 5,8% della popolazione. In genere colpisce in un’età compresa tra i 36 e i 60 anni con incidenza maggiore nelle donne.
In un 5-10% dei casi la problematica affligge entrambe le mani.
I nervi sono delle strutture assimilabili a dei fili elettrici.
Così come il filo elettrico trasporta la corrente elettrica allo stesso modo il nervo trasposta i segnali di movimento dal cervello ai muscoli e le sensazioni dalla periferia verso il cervello. Nella sindrome del tunnel carpale, definita anche come neuropatia da intrappolamento, il nervo soffre a causa di una possibile compressione nel suo tunnel di scorrimento.
Il nervo mediano, infatti scorre in un tunnel che inferiormente è composto dalle ossa del polso, ossa del carpo per dirla tecnicamente, e superiormente dal legamento traverso del carpo. Oltre al nervo nel tunnel decorrono ben 9 tendini.
Per cause differenti:
-Microtraumi ripetuti al polso
-Fratture
-Artrosi
-Tendiniti
-Irrigidimento (sclerosi) del legamento trasverso del carpo
lo spazio di scorrimento del nervo, il tunnel carpale, può restringersi determinando la compressione del nervo che inizia a produrre sintomi specie di notte interrompendo il sonno.
Cosa puoi fare per ritrovare il benessere

Il trattamento della sindrome da tunnel carpale deve sempre prevedere una combinazione di trattamenti.
I nostri consigli:
1. Mettere riposo l’articolazione in una posizione neutra è sicuramente la prima strategia da mettere in campo. Ciò può essere realizzato mediante un tutore in posizione neutra, come quello raffigurato nella foto.
2. Utilizzare una testiera del computer che riduca le forza di taglio e eventualmente un mouse ergonomico può essere un’ulteriore strategia da mettere in campo. In particolare il polso, durante il lavoro, deve essere in posizione neutra e non in flessione o estensione.
3. Fare attenzione alle posture che aggravano la sintomatologia. Ogni qual volta, compiendo un’attività si generano sintomi, è bene fermarsi e trovare una via alternativa di eseguire il compito.
4. Evitate lavori come l’utilizzo di strumenti che producono forti vibrazione come ad esempio il martello pneumatico.
La diagnosi di tunnel carpale è innanzitutto clinica quindi non necessita di particolari strumentazioni. Solo in alcuni casi a sostegno della clinica, può essere utile un esame elettromiografico e neurografico. Esami come la radiografia, possono darci idea della presenza di alterazioni ossee del tunnel, tipiche a seguito di una frattura o di grave artrosi e l’ecografia e la risonanza magnetica possono escludere la presenza di alterazioni ossee o la presenza di cisti o altre formazioni occupanti spazio all’interno del tunnel.
IL PERCORSO RIABILITATIVO SPECIALISTICO DI MEDBEN PER IL TUNNEL CARPALE

Quando tutto questo non funziona è necessario passare alla fase 2 del trattamento ovvero avvalersi di un fisioterapista per fare un Percorso Riabilitativo Specialistico per la sindrome del tunnel carpale.
Nel centro riabilitativo MEDBEN utilizziamo un percorso specifico di lavoro che ha l’unicità di integrare i migliori trattamenti fisioterapici, utili per questa patologia secondo le più autorevoli ricerche scientifiche.
L’unicità del protocollo di lavoro di MEDEBEN è proprio quella di mettere insieme tutte le tipologie di trattamento che hanno dimostrato essere utili a livello scientifico; utilizziamo quindi tecniche rieducative associate a strumentazioni innovative per dare un reale sollievo al paziente. In questo modo i risultati saranno più veloci e duraturi.
La prima seduta inizia con una valutazione mediante appositi questionari frutto della più importante letteratura scientifica, che ci consentono di valutare in maniera oggettiva il paziente. Successivamente il fisioterapista specializzato eseguirà una visita accurata. Solo dopo questo processo si potrà intraprendere il protocollo riabilitativo che ha una durata di almeno 10 sedute a cadenza bisettimanale. Il percorso prevede l’utilizzo dell’ipertermia e una vera e propria educazione del paziente a livello ergonomico. Inoltre sono sempre associati esercizi di autotrattamento. Ogni trattamento prevede inoltre un lavoro manuale specifico che il fisioterapista effettua sia sulla zona interessata si sui distretti limitrofi per evitare l’instaurarsi di compensi e di fattori che possano contribuire alla genesi dei sintomi.
In alcuni casi può essere utili effettuare una o più infiltrazioni di cortisone.

L’approccio chirurgico va preso in considerazione nei seguenti casi:
-Severo intrappolamento del nervo dimostrato all’esame elettromiografico e neurografico. In alcuni casi si può avere miglioramento con la chirurgia senza avere una elettromiografia positiva.
-Atrofia della base del pollice.
-Debolezza muscolare.
-Insuccesso di un trattamento riabilitativo specialistico.
L’intervento deve essere tentato solo dopo il fallimento di un adeguato processo riabilitativo in quanto esistono delle possibili complicazioni come ad esempio una cicatrice molto spessa (ipertrofica), aderenze tendine, infezioni, ematoma e rigidità del polso, solo per citare le più frequenti.
Se soffri di questo disturbo inizia subito a seguire i consigli che ti abbiamo fornito nella prima parte dell’articolo e, qualora non trovassi la soluzione puoi contattarci con il modulo sottostante per avere una nostra valutazione gratuita. Aspettare non serve perché come ti ho spiegato il rischio è il danno permanente alle strutture nervose.
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